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“Filosofare aiuta i bambini a dare voce alle loro idee”.
- 23 Agosto 2023
- Pubblicato da: Accademia
- Categoria: Blog
Intervista ad Angélica Sátiro, pedagoga ed educatrice brasiliana che sostiene che gli studenti dovrebbero studiare filosofia fin dalla tenera età.
Il pensiero critico e la creatività sono concetti chiave nella tua carriera di educatrice, che significato hanno per te?
Anche se pensiamo fin da piccoli, è possibile imparare a pensare meglio. Tutto dipende da come il pensiero viene stimolato e sviluppato nei processi di insegnamento e apprendimento. Cosa sarebbe l’apprendimento senza creatività? Sarebbe come non saper trasferire l’apprendimento in altri contesti educativi e di vita, non generare nuove idee da quanto è stato appreso. Le azioni senza pensiero critico e creativo sono cieche, e le emozioni senza pensiero critico e creativo possono essere vissute in modo ottuso.
Quando mi chiedo cosa e perché impariamo, o a cosa serve essere persone istruite, percepisco l’importanza cruciale del pensiero critico e creativo. Poiché si tratta di questioni di natura etica, vedo quanto sia fondamentale includere anche questa dimensione. Il 21° secolo – e la sua complessità – sono molto impegnativi perché richiedono persone critiche, creative ed etiche. Pertanto il nostro lavoro di educatori non può dimenticarsene, anzi dovrebbe averlo come priorità!
In che modo gli studenti vengono incoraggiati a pensare meglio sia in modo critico che creativo?
Rispondo al plurale perché sono tante le persone che lavorano sulla base delle proposte dei miei libri e delle molteplici iniziative del movimento Filosofia Ludica. Li stimoliamo in vari modi e per questo è necessario chiedersi come?, con cosa?, perché? E per cosa? Cerchiamo di lavorare dalla prospettiva delle comunità di dialogo, che è un metodo per sviluppare il pensiero autonomo così come l’intelligenza collettiva o il cervello sociale. La mente è socialmente formata e il dialogo ne è una risorsa e un metodo. Quindi iniziamo già a rispondere alla domanda con cosa?
La cosa più importante non è trasmettere ciò che hanno filosofato i grandi personaggi della storia delle idee, ma apprendere come sono giunti a queste idee attraverso il pensiero.
Nella Filosofia Ludica utilizziamo le risorse per giocare, pensare attraverso l’arte o la narrativa, influenzando la mente e il corpo nelle loro diverse possibilità comunicative e linguistiche. Sebbene il suo utilizzo stimoli la creatività, non è sufficiente sviluppare questo pensiero: è necessario un lavoro relativo alle capacità di pensiero (livello procedurale) e a temi stimolanti (contenuti stimolanti). Per questo motivo la filosofia è un’area della conoscenza umana che fornisce importanti elementi a livello procedurale tematico. Su questa linea, la cosa più importante non è trasmettere ciò che hanno filosofato i grandi personaggi della storia delle idee, ma apprendere come sono giunti a queste idee attraverso il pensiero.
Questo “come pensano” configura l’azione di pensare in modo critico, etico e creativo. È necessario mettere in atto molti procedimenti mentali: osservare, ascoltare attentamente, scoprire, immaginare, confrontare, contrapporre, dare esempi e controesempi, inferire, ragionare per analogia, riferire, interpretare, dare e chiedere buone ragioni, stabilire criteri… Queste e altre abilità di pensiero sono quelle che cerchiamo di stimolare in modo che gli studenti pensino in modo critico e creativo.
Quando pensano meglio, imparano meglio!
Secondo te quanti modi ci sono per insegnare la filosofia?
Tanti quanti sono i modi di pensare e di essere una persona. Sono d’accordo con la proposta del filosofo Hadot, che intende la filosofia come un modo di vivere. Ho iniziato a insegnare Filosofia negli anni ’80 e da allora ho sperimentato diverse modalità di intermediazione nel rapporto pedagogico con la filosofia, l’infanzia e la gioventù. Allo stesso modo, e nel tempo, più che insegnare filosofia, ciò che mi ha interessato è stato imparare a filosofare come esercizio di pensiero e di apprendimento. Essere più focalizzati sull’apprendimento che sull’insegnamento cambia la prospettiva del ruolo centrale dell’insegnante, che viene trasferito al protagonismo dello studente.
Questa materia occupa il posto che merita a scuola?
Nel corso della storia delle riforme educative in vari paesi, tra cui la Spagna, la Filosofia è entrata ed uscita dai programmi secondo criteri molto diversi, anche se ora occupa nuovamente un posto importante e prezioso in alcuni livelli educativi. Dal mio punto di vista, dovrebbe essere presente nell’educazione sin dalla prima infanzia all’istruzione superiore. Pensare non passa mai di moda! Quanto più il mondo è complesso, tanto più abbiamo bisogno del pensiero che ci aiuti a comprenderlo, a significarlo, a elaborarlo, a interrogarlo…
Dal mio punto di vista, dovrebbe essere presente dall’educazione della prima infanzia all’istruzione superiore. Pensare non passerà mai di moda!
Qual è il contributo della filosofia allo sviluppo personale degli studenti nella loro vita adulta?
Negli anni ’80, quando ho iniziato il progetto Filosofia per bambini, proposto da Matthew Lipman e dalla sua collaboratrice Ann Margaret Sharp, il mio sguardo conteneva la domanda che mi fai insieme a quest’altra: qual è il contributo della filosofia all’educazione dell’infanzia come momento legittimo di vita e non solo come preparazione alla vita adulta? Per anni ho cercato risposte diverse a entrambe le domande.
Fin da piccoli i bambini sono incuriositi da se stessi, dal mondo e dagli altri, vogliono sapere! Inoltre, rimangono stupiti da tutto ciò che non capiscono o li sorprendono. Questa curiosità e questa meraviglia creano una predisposizione a filosofare. Vogliono anche giocare a pensare! E poiché non dipendono da schemi interpretativi predeterminati, possono esplorare il mondo (naturale e culturale), i concetti e se stessi in modo filosofico. Questa esplorazione ponderata è fondamentale per lo sviluppo personale.
Intanto, alla fine degli anni ’90, abbiamo iniziato la ricerca pratica e teorica che sostiene la Filosofia Ludica, cercando di ampliare e approfondire due elementi: le capacità di pensiero e le risorse più adeguate per svilupparle nella prima infanzia. Da allora abbiamo mantenuto un atteggiamento continuo di osservazione su come pensano. È importante sviluppare questa sensibilità nei confronti dei bambini e dei loro modi di pensare per aiutarli, da qui, a pensare meglio per se stessi in modo autonomo, critico, creativo ed etico. Filosofare li aiuta a dare voce alle loro idee.
Raccontaci del tuo “Progetto Noria”. Come è nata questa iniziativa e cosa metteresti in evidenza dei racconti filosofici che ne fanno parte?
Come filosofare con bambini con poco vocabolario? Come accedere ai diversi linguaggi e filosofare a partire da essi? Negli anni ’90, insieme a Irene de Puig (scrittrice, filosofa, filologa ed educatrice), ho realizzato diverse indagini pratiche e teoriche che sostengono il Progetto Noria, che manterrà sempre vivo il messaggio sulla dignità dell’infanzia e l’importanza di filosofare partendo da essa. La prima pubblicazione frutto di questa ricerca è nata 18 anni fa e da allora non abbiamo smesso di ricercare e pubblicare.
Come autrice della serie di racconti per pensare inclusi in questo progetto, aggiungo che scrivo racconti filosofici su argomenti che possono essere considerati difficili: la morte, le paure, la guerra, cosa succede dentro di noi, la fretta del mondo contemporaneo, il denaro… Quello che voglio è che i bambini abbiano l’opportunità di esprimere i loro dubbi, i loro dolori, le loro idee, i loro desideri o le loro speranze. Se le mie storie li aiutano in questo, ne sono più che felice.
Quali risorse e strumenti vengono offerti in queste storie per aiutare i bambini a sviluppare questa capacità critica?
Tutto è una risorsa e uno strumento. Il racconto filosofico è costruito per sviluppare la capacità di pensare. Nella sua struttura ci sono le domande che stimolano il pensiero critico e creativo. Generalmente, il titolo e il finale sono impegnativi. I suoi personaggi vivono situazioni che generano riflessioni. Inoltre, alla fine di ogni libro c’è una guida per gli adulti che vogliono giocare a riflettere con i bambini sui temi delle storie.
Per concludere: un piccolo test. Cosa ti suggeriscono le seguenti parole?
Poiché il ragionamento analogico è un’abilità fondamentale per lo sviluppo del pensiero (critico, creativo ed etico), risponderò al tuo test pensando ad una cosa come se fosse l’altra. Per questo motivo utilizzerò la formula “è come…”.
Creativo è come… un frullato di frutta e verdura. Ricco, vario, gustoso, energico, sano e ci rende migliori nel pensiero, nel sentimento e nell’azione.
Filosofare è come… dilettarsi e “camminare” attraverso la vita con uno zaino pieno di domande essenziali.
Ragionare è come… una sorta di arte marziale del pensiero: è arte, è una lotta, richiede concentrazione/allenamento/disciplina. Può essere esercitata individualmente o in gruppo; si basa sul rispetto dell’avversario; con onore; e nella dignità reciproca, perché non è desiderabile ragionare umiliando gli altri.
L’infanzia è come… un arcobaleno, che è un evento naturale, che dipende da vari elementi per configurarsi con forza e presenza davanti alla nostra percezione e che, in più, ci fa brillare gli occhi e ci fa sorridere.
Angélica Sátiro: difenditrice delle metodologie dialogiche, dinamiche, innovative e partecipative. Il suo curriculum sembra infinito: ha accumulato più di 400 pubblicazioni, è collaboratrice in vari centri di formazione per insegnanti e tiene corsi e conferenze. Inoltre, dirige l’associazione Crearmundos e La Casa Creativa, dove svolge attività legate alla Filosofia Ludica e alla cittadinanza creativa (creatività sociale). È anche responsabile del progetto educativo ed editoriale “Proyecto Noria” con uno scopo chiaro: che i bambini imparino a pensare in modo creativo.
Intervistata da Regina de Miguel
Traduzione: Margherita Delfini
Fonte: https://www.educaciontrespuntocero.com/entrevistas/angelica-satiro-filosofia/
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