Quanto pesa? Quanti percentili? Quando ha cominciato a gattonare? e a camminare ? A che età ha detto la prima parola? Quando ha cominciato a scrivere? ecc. ecc.
E’ molto triste il destino di un bambino in questa epoca. Tutti concordano che siano esseri unici e irripetibile ( per esempio il ministero nelle Indicazioni nazionali ) ma ancora in troppi si affannano a fare insensati paragoni. “Competere” in latino significa andare insieme o domandare insieme , mentre nella nostra società viene declinato in ” cerca di superare l’altro ” e non di rado si aggiunge ” affossalo se necessario ”
Questa tendenza alimenta la paura, l’ansia e la vergogna dei bambini, emozioni che accompagnano la loro vita e che facendosi assidue compagne abbattono la loro autostima e alimentano un malsano egoismo.
Ognuno di noi dovrebbe lavorare ogni giorno per essere migliore non per essere il migliore. Il premio di questa stolta gara si chiama sofferenza .
Poveri bambini, si sentono continuamente giudicati e paragonati ad altri e in questa maniera perdono di vista la loro bellezza, quella che ciascun essere vivente possiede.
Diversi dati ci parlano di un disagio giovanile fuori controllo ed è arrivato forse il momento di fare qualcosa di concreto. Forse è sufficiente mettere in pratica quello che diciamo. Sono esseri unici e irripetibili, agiamo di conseguenza!!
Paolo Mai