Blog
I maestri, sostiene Rita Pierson, sono nati per fare la differenza. Sono nati per costruire un mondo migliore aggiungo io, nonostante la loro importanza in Italia venga poco riconosciuta. Una buona maestra può orientare la vita dei bambini verso la bellezza, verso la felicità.
Abbiamo un grande onore e una grande responsabilità.
Non penso che il compito della scuola possa essere preparare i piccoli al mondo del lavoro . Credo che l’obiettivo sia piu’ nobile e ambizioso: la scuola dovrebbe preparare alla vita.
Un buon maestro dovrebbe aiutare ciascuno dei suoi pargoli ad autorealizzarsi in virtù dell’impegno e della possibilità di conoscere e vedere riconosciuto il proprio talento. Dovremmo aiutare loro a costruire relazioni di qualità basate sull’ascolto e sulla fiducia, e nessuno strumento è più potente dell’esempio.
Il buon maestro porta la sua passione a scuola, sa far emozionare e non ha come obiettivo quello di mostrare la propria materia ma quello di farla amare. Sarebbe auspicabile poi che chi non fosse interessato non venga per questo giudicato male.
Un grande musicista potrebbe vivere felicemente senza sapere le formule chimiche e un buon falegname potrebbe godere della vita senza aver imparato a fare la divisione in colonna. Ma una persona che non abbia scoperto il proprio talento, che faccia un lavoro che non lo appassiona che non sappia stare in mezzo agli altri non credo possa essere felice.
Non credo molto alla suddivisione del sapere in materie e immagino una scuola fatta di poeti, filosofi, falegnami, attori e sopratutto da maestri che amino il proprio lavoro , la propria missione.
Ognuno di noi credo abbia un ruolo del mondo e quello del maestro è di mettersi al servizio dei bambini per permettere loro innanzitutto di amare se stessi, gli altri e la vita.
Proprio cosi’ oggi un papà del waldkindergarden di Flensburg mi ha risposto alla domanda su quale fossero le sue aspettative “I hope that my daughters enjoy their life”. Lo ha fatto piangendo per l’emozione che un pensiero tanto semplice quanto profondo ha provocato. Questo papà di nome Renè mi ha insegnato molto e come spesso mi è accaduto ho imparato moltissimo da una persona semplice, modesta e umile.
Oggi è stata davvero una giornata speciale per me, ho visto da vicino lavorare una delle maestre più maestre che abbia mai conosciuto. Lei si chiama Petra e ha fondato il primo Waldkindergan tedesco ormai oltre 25 anni fa. Lei lavora senza seguire un programma perchè si è accorta che un programma non esiste e riconosce la ricchezza di ogni bambino e bambina della sua scuola.
Petra parla poco e ascolta molto, non si arrabbia con i bambini e sempre sorride loro. Lo fa con la bocca, con gli occhi, col tono e la musica della voce, col ritmo dei suoi movimenti ma sopratutto con il cuore. Questo magari noi adulti facciamo fatica a percepirlo ma i bambini no, ed è per questo che gli alunni di Petra a distanza di 20 anni ancora la ricordano e la ringraziano per averli aiutati, chi medico e chi spazzino, ad essere persone felici.
Paolo Mai