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La Festa della Pedagogia Viva in Escuelita: un viaggio che non si ferma qui…
- 16 Luglio 2023
- Pubblicato da: Accademia
- Categoria: Blog
Abbiamo dovuto far decantare un pò tutto quello che i nostri occhi hanno visto, i nostri cuori hanno sentito e le nostre emozioni hanno vissuto.
Sono passate due settimane dalla fine della Festa Internazionale della Pedagogia Viva, che si è tenuta quest’anno in Escuelita, il luogo dove siamo ripartiti con i nostri sogni e abbiamo ricostruito i nostri progetti educativi ormai un anno fa. E vedere insieme, maestri, genitori e partecipanti uniti in un’unica grande danza dell’anima è stata la dimostrazione del fatto che – come dice sempre maestro Paolo citando Galeano – tanti piccoli fuochi in piccoli luoghi facendo piccole cose stanno scatenando un incendio inarrestabile che si chiama RIVOLUZIONE GENTILE!
Anche tu ne fai parte e stai apportando un contributo importantissimo!
Non potevamo non descriverti quello che hanno visto i nostri occhi in questi giorni, raccontandoti un pò il dietro le quinte di questa pazza famiglia, di cui ormai fate parte anche voi!
La cosa che non smette mai di sorprenderci ogni volta è vedere realizzato quello che solo fino a pochi istanti prima era solo un sogno, un’idea, un’ immagine…
Questa è la prima cosa che abbiamo imparato grazie alle esperienze vissute in Accademia:
non mettere limiti al possibile! Anzi va immaginato, pensato e sentito come se fosse già realizzato credendo fortemente che i sogni possono diventare realtà!
Ci riportiamo a casa un tesoro inestimabile, fatta di sorrisi, lacrime ed emozioni in uno splendido caleidoscopio, che abbiamo cominciato a riconoscere, vivere e attraversare.
Quattro giorni di festa, un viaggio dentro di noi!
Saperi e cuori si sono intrecciati lasciando un profumo di bellezza e nuova consapevolezza.
Abbiamo toccato con mano il fatto che siamo proprio noi ad avere il potere di costruire la nostra felicità, ascoltando il nostro corpo, nutrendo le nostre emozioni, curando le nostre ferite emotive e alimentando l’amor proprio; invece di continuare a inseguire le cosiddette “protesi emotive” (oggetti, palliativi, dipendenze, traguardi sociali…)