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La reazione del cervello dei bambini e delle bambine quando vengono costantemente criticati.
- 21 Agosto 2022
- Pubblicato da: Accademia
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I pericoli di criticare continuamente i propri figli
I primi anni di vita sono i più importanti per lo sviluppo umano.
L’educazione e il tipo di relazione instaurata tra il bambino e gli adulti che lo circondano sono della massima importanza affinché il bambino sappia integrare le esperienze necessarie per adattarsi all’ambiente che lo circonda.
Per questo sarà fondamentale il modo in cui gli adulti comunicano con i bambini.
Il modo in cui si relazionano tra loro avrà un forte impatto sull’immagine che i piccoli si formano di sé stessi e sulla propria autostima, ma avrà anche molta rilevanza sul modo in cui affrontano la vita. Ad esempio, in che modo le critiche li influenzano? Possono risultare davvero pericolose, data la reazione che ha il cervello dei bambini quando vengono costantemente criticati.
Cosa succede nel cervello dei bambini quando vengono criticati
La maggior parte dei genitori fa di tutto per rendere felici i propri figli. Ciò nonostante con le loro migliori intenzioni, commettono errori involontari. Un esempio sono le critiche costanti da parte di alcuni genitori riguardo a determinati comportamenti dei bambini.
Le critiche troppo frequenti influenzano lo stato emotivo dei bambini, ma hanno anche il potere di influenzare il funzionamento del loro cervello.
I bambini tendono ad evitare le situazioni che li fanno sentire a disagio o genera in loro ansia. Essendo costantemente sottoposti a critiche, evitano di prestare attenzione. In altre parole, viene messo in moto un meccanismo di protezione e il loro cervello si “disconnette”.
Poiché i bambini sono ancora molto piccoli, il loro cervello non ha ancora la capacità di stabilire le connessioni necessarie per elaborare correttamente le informazioni emotive. Pertanto, è pericoloso che le critiche siano costanti, poiché possono paralizzare il bambino nell’elaborazione emotiva, che, come sappiamo, è la chiave delle relazioni sociali.
Altre conseguenze dalle critiche costanti
Va tenuto presente che esistono due tipi di critiche: costruttive e distruttive. Sono facili da usare e vengono utilizzate in modo coerente. L’uso continuo della critica distruttiva trasforma i genitori in “tossici”, poiché finiscono per causare danni emotivi come:
– Bassa autostima
Criticare costantemente non aiuta, anzi. Fa solo sentire il bambino triste, arrabbiato e insicuro. E potrebbero avere problemi a relazionarsi con gli altri sia nell’adolescenza che nell’età adulta.
– Negatività
Se il bambino cresce ascoltando critiche nei suoi confronti, ma anche nei confronti degli altri, impara che gli altri fanno tutto di sbagliato e non ci si può fidare. Per lui tutto ciò che viene da ‘fuori’ è negativo. Diventa scortese, autoritario, ingiusto, irritabile, ecc.
– Ansia e paura
Crescere con una bassa autostima genera, a sua volta, ansia e paura che possono riflettersi in problemi di sonno, difficoltà a relazionarsi con i coetanei o in scarso rendimento scolastico.
Critica distruttiva vs. critica costruttiva
Se prima si parlava di critica distruttiva, che genera disagio emotivo nel bambino. Citiamo ora le critiche costruttive che sono quelle che permettono al bambino di avanzare nel suo sviluppo.
Affinché questo tipo di critica possa davvero aiutare il bambino, deve:
- Concentrarsi nel fornire soluzioni
Se la critica si concentra sull’errore commesso dal bambino, diventa inutile. Occorre andare oltre e proporre al bambino di scegliere tra diverse soluzioni.
- Non etichettare
La critica, quindi, deve essere incentrata sul suo comportamento e non sul bambino stesso. Lasciate da parte frasi come: “sei pigro”, “sei un disastro”, ecc.
- Dare rinforzi positivi
Non dovremmo focalizzarci solamente sugli aspetti negativi, ma soprattutto su quelli positivi rafforzandoli.
- Non fare ipotesi
Quando critichiamo, di solito è perché siamo arrabbiati, questo comporta che raramente si metta in discussione quanto è successo o si cerchi di vedere l’altro punto di vista. La critica cieca di solito si basa su congetture.
Autore: Borja Quicios – psicologo dell’educazione
Traduzione: Margherita Delfini