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“Tesoro, stai attento che altrimenti cadi”: perché i bambini hanno bisogno di meno iperprotezione e più gioco libero.
- 24 Agosto 2022
- Pubblicato da: Accademia
- Categoria: Blog
Le ricerche dimostrano che questo tipo di intrattenimento è associato a una maggiore attività fisica, competenze sociali, capacità di gestione del rischio, resilienza e fiducia in se stessi.
“Fai attenzione che stai per cadere.” “Scendi da lì”. Sicuramente ricorderai di aver detto una di queste frasi. Gli adulti sono spesso preoccupati e vigili mentre i bambini giocano, il motivo? La paura che possano cadere o farsi male. Tuttavia, a volte troviamo difficile distinguere la loro paura dalla nostra.
Su questo argomento sono sempre di più le ricerche come quella svolta da Mariana Brussoni, psicologa dello sviluppo infantile, che sostiene che i bambini hanno bisogno di meno iperprotezione e di maggiori opportunità di gioco libero e spontaneo. La ricerca mostra che il gioco è associato a una maggiore attività fisica, competenze sociali, capacità di gestione del rischio, resilienza e fiducia in sé stessi.
Fin da quando sono piccoli, gli adulti, senza esserne consapevoli, ostacolano il naturale sviluppo del bambino per paura che si facciano male.
Come educatrice di solito osservo un aspetto comune negli adulti, nella fase in cui i bambini stanno imparando a stare in piedi, il bambino si appoggia da qualche parte per raggiungere la posizione eretta e poi non sono in grado di tornare alla loro posizione iniziale. È allora che il nostro istinto di protezione ci porta rapidamente ad offrire aiuto senza dare loro l’opportunità di provarci. In quel momento, è più importante accompagnarli che salvarli, per fare sì che acquistino fiducia e sicurezza in sé stessi.
Allo stesso modo, interveniamo inutilmente quando i bambini iniziano a camminare e li teniamo per mano o addirittura li leghiamo con un guinzaglio. Il corpo del bambino è pronto per raggiungere da solo una determinata postura necessaria per camminare. Ecco perché il nostro intervento diretto non è necessario. Portarli legati con un guinzaglio impedirà loro di integrare qualcosa di essenziale per le loro future cadute, e a imparare a mettere le mani a terra. Il bambino camminerà quando sarà pronto, non prima né dopo.
Non si tratta di rischio, ma di cercare di permettere.
Non si tratta di bambini che corrono rischi o si fanno del male per imparare, ma piuttosto di permettere al bambino di sviluppare la conoscenza delle proprie capacità, e non interferire con le nostre paure. Trovare l’equilibrio a volte è difficile ma non impossibile.
María Reboul, psicopedagoga e maestra, ci ricorda che non dobbiamo evitare a tutti i costi che i bambini provino paura, è un’emozione adattiva. I bambini hanno la capacità di autoregolarsi e misurare fino a che punto possono arrivare.
Un buon esempio della poca consapevolezza che abbiamo sui benefici che il gioco libero offre nell’infanzia e l’iperprotezione sono i parchi imbottiti con elementi che ne consentono solo un uso strutturato. Sono pochi i parchi con sabbia e acqua o tronchi o strutture da scalare. Le esperienze spontanee legate alla natura sono perfette per lo sviluppo del corpo e della mente.
Molti di noi che siamo genitori hanno ancora sulle ginocchia le cicatrici per aver giocato in strada e sulle altalene di ferro. Ma erano altri tempi, in cui non venivamo rapiti dagli schermi e ci godevamo per ore in strada giochi già dimenticati come ruba bandiera.
I bambini hanno sempre meno tempo per il gioco libero, nonostante le ricerche mostrino che i bambini che hanno l’opportunità di giocare all’aperto riescono ad adattarsi meglio alla loro cultura, società e mondo. Sviluppano capacità motorie, sviluppano autonomia e capacità decisionale.
“Giocare non è una pausa dall’apprendimento. È un apprendimento senza fine, affascinante, profondo, coinvolgente e pratico. È la porta diretta al cuore del bambino “, ha detto Vince Gowmon.
Autrice: Ruth Alfonso Arias
Traduzione: Margherita Delfini